26 ottobre 2017
Vuoi sentirti meglio? Riduci le bibite zuccherate
Un nuovo studio, condotto dal George Institute for Global Health, riporta alla luce le problematiche di salute collegate al consumo eccessivo di bibite zuccherate.
Un nuovo studio dall’Australia
L’istituto di ricerca australiano ha dimostrato come una riformulazione delle bibite da parte dei produttori, riducendo il livello di zucchero contenuto al loro interno, porterebbe benefici a livello di salute e di spesa pubblica:
- una riduzione del 5% eviterebbe circa 144.000 morti l’anno e un risparmio statale di 1,5 miliardi di dollari australiani.
- una riduzione del 30% eviterebbe circa 150.000 morti, l’insorgere di circa 47.000 casi di diabete 2 e porterebbe a un risparmio di 8 miliardi di dollari australiani. Si potrebbe inoltre ridurre di circa 50.000 casi l’insorgere di diabete di Tipo 2.
“Ora sappiamo, nero su bianco, quante vite potrebbero essere salvate se l’industria facesse delle piccole modifiche sulle bibite che vende. Non si tratta di farla uscire dal mercato, ma di responsabilità aziendale. L’industria potrebbe implementare questi cambiamenti in un anno se volesse.
Gli effetti sarebbero immediati e profondi – migliaia di vite più salutari, libere dai sintomi di obesità e carie, così come un rischio ridotto di infarti, problemi cardiaci e diabete.”
Bruce Neal, Direttore del George Institute
Dersut ha da anni scelto di diminuire il contenuto di zucchero delle proprie bustine, passando dal “classico” formato da 5g a un più piccolo 3g, in modo da sensibilizzare i consumatori alla tematica.
Lo studio completo è disponibile sul Nutrient Journal.
La food industry, la legge e l’OMS
Non è la prima volta che si parla di bibite, zucchero e salute. Proprio quest’anno il colosso Coca Cola ha ridotto del 30% il contenuto di zucchero di Fanta e Sprite, spinto dalla sempre maggior richiesta dei consumatori.
Negli Stati Uniti alcune città hanno iniziato a tassare le bibite zuccherate, in una lotta sociale molto simile a quella che da anni si combatte nei confronti dell’alcool e del fumo. I risultati sono stati estremamente positivi, ma la lotta (in aula) è ancora decisamente accesa, soprattutto nelle aree dove gli stipendi sono molto bassi.
Nel 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un documento contenente linee guida ben precise riguardo al consumo di zucchero: non deve superare il 10% del fabbisogno calorico giornaliero; meglio ancora se si rimane al di sotto del 5%.
Cosa significa esattamente?
Basandosi sull’assunzione generica che ogni grammo di zucchero apporta circa 4 kcal, la quantità giornaliera dovrebbe essere:
- uomo: 290 kcal = 72,5 g
- donna: 220 kcal = 55 g
- bambini: meno di 40 g
Non si tratta ovviamente solo di zucchero raffinato: la raccomandazione include anche glucosio, fruttosio e saccarosio.
Attenzione però: a livello di salute non tutti gli zuccheri sono uguali; maggiore la raffinazione, maggiore il rischio.
Avete già letto le nostre guide dedicate alle alternative allo zucchero bianco? Le trovate QUI e QUI.
Quali sono gli effetti dell’eccesso di zucchero?
- Alza la pressione sanguigna
- Aumenta il livello di colesterolo “cattivo” (LDL)
- Amplifica il rischio di attacchi di cuore
- Danneggia le funzioni cognitive, riducendo la produzione delle proteine che migliorano la memoria (volete migliorarla? Ecco la soluzione!) e delle sostanze che aiutano il cervello a creare nuovi ricordi. Questo è collegato al rischio di demenza senile a Alzheimer.
- Aumenta il rischio di depressione e ansia: i picchi di glucosio rendono meno evidenti gli effetti dell’insulina.
- Rende grigia la pelle e aumenta il numero di rughe, attaccandosi a proteine che sviluppano sostanze che danneggiano il collagene e l’elastina.
- Può provocare acne e psoriasi.
- Aumenta il rischio di diabete.
- Aumenta il rischio di asma e difficoltà croniche di respirazione.
- Ha conseguenze negative sulla salute orale, creando carie e portando a malattie orali come gengivite e parodontite.