5 September 2025
Una collezione di caffettiere storiche

619 caffettiere storiche di varie epoche
Di recentissima installazione è la preziosa esposizione di 619 caffettiere storiche di varie epoche (dalla prima metà dell’Ottocento sino agli anni Sessanta del Novecento) e nazionalità, acquistata dal noto collezionista Mauro Carli di Cecina, che ha raccolto personalmente tutti i pezzi e li ha catalogati coadiuvato da Enrico Maltoni, conosciutissimo studioso e collezionista di macchine da caffè espresso d’epoca.
I metodi di funzionamento
L’esposizione segue i diversi metodi di funzionamento che si sono succeduti nel tempo, rispecchiandone l’ordine cronologico secondo il quale i diversi sistemi di funzionamento si sono realizzati sotto forma di nuovi apparati.
Il sistema di funzionamento adottato da ogni caffettiera ne rappresenta un fattore distintivo che ne condiziona inevitabilmente l’aspetto. La collezione si classifica in 10 sistemi o metodi di funzionamento, attraverso i quali si ripercorre la storia delle numerosissime caffettiere realizzate ed utilizzate nel corso del tempo per il rito del caffè:
1) Infusione per bollitura: metodo di preparazione più antico, oggi ancora molto diffuso soprattutto in Medio Oriente. Il caffè macinato viene posto nella caffettiera nella quale si versa poi l’acqua fredda, mescolando il tutto; posta la caffettiera sulla fiamma, si porta il decotto ad ebollizione, per poi togliere la caffettiera dalla fiamma e lasciar “smontare” il caffè, per poi ripetere l’operazione, secondo la tradizione, almeno altre due volte. Si leva la caffettiera dal fuoco e vi si versa dentro un cucchiaio di acqua fredda per favorire il deposito dei fondi.
2) Percolazione o Filtro: sistema tra i più comuni ed utilizzati al mondo, rappresenta uno stadio evolutivo rispetto al precedente in cui l’acqua, mescolata direttamente con il caffè, si portava ad ebollizione. Con questo sistema il caffè macinato viene posizionato all’interno di un filtro, consistente in un cestello di metallo traforato (oppure di stoffa o carta) posizionato nella parte superiore della caffettiera. L’acqua viene scaldata a parte, ad almeno 90/95 °C, e poi versata: lentamente sopra il filtro, in modo da percolare il caffè e scendere sul fondo della caffettiera. Alcuni esemplari sono dotati alla base di braciere per mantenere la bevanda calda e di spina (rubinetto) per versarla in tazza.
3) Percolazione a Capovolgere: sistema di preparazione del caffè mediante ribaltamento, adottato dalla famosa “Napoletana”. Si versa acqua nel serbatoio della caffettiera e nel filtro si carica il caffè macinato, senza pressarlo; si porta ad ebollizione l’acqua (l’approssimarsi dell’ebollizione viene segnalato da un filo di vapore e da alcune gocce d’acque che fuoriescono dal serbatoio) e, a questo punto, si effettua il ribaltamento, tramite il quale l’acqua bollente scende per gravità nel filtro del caffè, attraversandolo.
4) Percolazione a Pompa: all’interno della caffettiera vi sono due comparti separati, la caldaia per l’acqua nella parte inferiore, il recipiente per il caffè nella parte superiore contenente il filtro del macinato. I due comparti sono collegati da un condotto (interno o esterno), che dal fondo della caldaia si innesta sulla sommità del coperchio; l’acqua scaldandosi viene spinta in alto (effetto “pompa”) e per effetto del condotto si riversa sul filtro del caffè e, attraversandolo, si riversa sul fondo del comparto superiore, estraendo così la bevanda.
5) Percolazione con Pompaggio Ricircolante: queste caffettiere sono quasi sempre costituite da una cupoletta in vetro e da un contenitore che funge da caldaia per l’acqua e da recipiente per la bevanda preparata. Il condotto di pompaggio, attraverso il quale l’acqua calda sale verso il filtro del caffè è sempre interno. Con questo sistema di funzionamento la bevanda viene bollita più volte, per cui risulterà sovraestratta perché la bevanda ricircola più volte nella caffettiera dal basso verso l’alto fino a che non si spegne la fonte di calore alla base della caffettiera.
6) Stantuffo o Filtropressa: con questo sistema di estrazione molto semplice il caffè macinato si pone all’interno della caffettiera nella quale si versa l’acqua scaldata in un bollitore a parte; si mescola con decisione in modo che il macinato anneghi nell’acqua bollente, dopo 3/4 minuti si spinge l’asta del filtro verso il basso, separando così i fondi dalla bevanda; a questo punto il caffè è pronto per essere versato in tazza.
7) Percolazione Idrostatica: sistema basato su un brevetto depositato nel 1854; il filtro del caffè è posto alla base della caffettiera, poco sopra il rubinetto, all’interno c’è un condotto che dalla base della caffettiera arriva sino alla sommità della stessa, ove è posizionato un imbuto, attraverso il quale si versa l’acqua scaldata a parte, che attraverso il condotto raggiunge il fondo per attraversare il filtro del caffè. La bevanda veniva spinata direttamente in tazza dal rubinetto posto alla base della caffettiera.
8) Vacuum o a Depressione: globi di vetro: caffettiere consistenti in due globi di vetro sovrapposti, simili ad alambicchi di laboratorio chimico. Rimossa l’ampolla superiore, si versa l’acqua fredda nell’ampolla inferiore, si riposiziona l’ampolla superiore, ponendo all’interno il caffè macinato, si accende la fiamma alla base dell’apparato, la pressione esercitata dal vapore porta l’acqua a risalire attraverso la cannula per miscelarsi con la polvere di caffè, si spegna poi la fiamma e quando l’aria si raffredda crea un vuoto che risucchia (per depressione) l’infuso del caffè dal globo superiore a quello inferiore, attraversando il filtro, che ne trattiene i fondi. Rimossa la parte superiore, la caffettiera viene impugnata mediante l’apposito sostegno per mescere il caffè in tazza. Vacuum o a Depressione: bilancia: apparati coreografici che sfruttano il medesimo principio di funzionamento dei globi sovrapposti del punto precedente, con la differenza che in questo caso i due elementi sono posti su uno stesso piano orizzontale (e non verticale), collegati tra loro da un tubicino di metallo e sostenuti da una struttura “a bilancia”, che automatizza il sistema di preparazione. In un contenitore viene messa l’acqua che viene scaldata grazie ad un fornello sottostante, che si spegne automaticamente, grazie ad un coperchio, quando il bollitore si solleva perché l’acqua spinta dal vapore formatosi nella caldaia passa nel vicino bicchiere di vetro attraverso il tubicino di metallo e si mescola con la polvere di caffè qui posizionata; l’aria calda contenuta nella caldaia si raffredda creando un vuoto che risucchia (per depressione) l’infuso di caffè, che, attraversando nuovamente il tubicino, lascia i fondi nel bicchiere di vetro. Il caffè preparato viene spinato in tazza mediante il rubinetto alla base.
9) Pressione di Vapore: sistema che cambierà profondamente le modalità di estrazione domestica del caffè, utilizzando, più di ogni altro sistema precedente, il vapore per conferire all’acqua maggiore forza di penetrazione per attraversare la polvere di caffè. Un esempio molto conosciuto di questo metodo di estrazione è la “MOKA”: la forza del vapore, conseguente al riscaldamento dell’acqua per il tramite della fiamma posta al di sotto della caffettiera, costringe l’acqua bollente a risalire la canna dell’imbuto posto all’interno e ad attraversare la polvere di caffè ivi posizionata con una pressione che consente all’infuso di risalire nella parte alta della caffettiera e riversarsi al suo interno.
10) Pressione di Pistone: sistema più recente; qui l’acqua bollente viene spinta con forza ad attraversare il filtro contenente la polvere di caffè, grazie ad un pistone azionato da una leva.
Si trovano infine alcuni modelli di caffettiere da viaggio; piccole caffettiere elettriche che venivano alimentate con l’accendisigari dell’auto. Molto curiosi sono anche i due modelli di caffettiere sveglia, che, all’ora prefissata, azionavano una resistenza elettrica per scaldare l’acqua e riversavano il caffè nella tazza, la quale, appesantendosi azionava il meccanismo della suoneria.